Sai quando ti svegli e pensi che è sabato e che quindi passerai una giornata tranquilla perchè hai il bucato da fare, poi fai colazione con calma, ti docci con calma, pulisci un po' camera con la musica latina a palla... ecco, dimentichiamoci tutto questo perchè qui in associazione il sabato e la domenica sono i giorni di gran fermento, dove si va "sul campo".
Peccato che, come ben sanno anche i muri, io non abbia memoria e quindi me n'ero completamente dimenticata, per cui mentre mi appresto a fare quanto sopra, con calma, ricevo un messaggio da una volontaria con scritto "Sto arrivando. C'è traffico" e qui mi è partito un Occazzo!
Lascio i panni in ammollo (per tutto il giorno) e partiamo dopo poco verso il primo barangay.
La strada principale è una Highway ed è costeggiata da palme e ibiscus. Figo, mi viene da pensare. La zona è bella, dai.
Giriamo dentro una vietta e il taxi si ferma.. Da ora a piedi ragazzi! Va beh, niente di male a parte lo scenario da "Il piccolo Lord" mentre passa nel Vicolo del Conte (sì, con Marcellino pane e vino, il piccolo lord è uno dei miei film preferiti!).
Passiamo in mezzo a rigoli di acqua, gente che lava le bottiglie di vetro in grossi catini, cani, galli al guinzaglio, gatti, papere, adulti che cercano pidocchi in testa ai loro bambini, bambini che piangono e corrono scalzi o senza vestiti, genitori troppo giovani per esserlo, adulti che preparano i loro carretti per andare a vendere cerpame.
Arriviamo preso questa autorimessa che sta in piedi con lo sputacchio di quelli che ci abitano. Dentro il negozio di questa barangay. Un minuscolo 4 metri quadrati con un frigo, qualche genere alimentare appeso e la TV che parla.
Mi fanno sedere al posto d'onore e chiedo se posso scattare qualche foto.
I bambini mi guardano con gli occhi sorridenti e voglio parlarmi e chiedermi tutto, allora mi introducono e parlo un po' di me.
Mi chiedono perchè sono così alta rispetto ai filippini, perchè ho i piedi così corti rispetto a loro, cosa faccio nella vita, dove ho studiato, quanti anni ho, se ho bimbi e se sono sposata (il mio anello fa sempre il suo dovere), cosa faccio nelle Filippine e quando torno in Italia. Non smettono di sorridermi.
Guardano la mia reflex e gli chiedo se vogliono provarla. Fanno cenno di no, hanno paura di romperla e qui, come da noi (o almeno in casa mia) non si toccano le cose degli altri. Dico che non c'è nessun problema e gliela imposto sul manuale. Gli spiego che devono guardare nell'obiettivo, prendere la mira e schiacciare il bottoncino. Uno per uno, con estrema cura e attenzione, se la fanno passare tra le mani e provano a fare una foto tra di loro, vedendo poi il risultato e facendosi grasse risate.
Bene, ragazzi, è ora di iniziare la lezione però. Terminata l'ora si fa una merenda e si passa alla prossima barangay. Ma non prima di un selfie -a richiesta- e di un abbraccio ai bambini dal quale non mi sarei più staccata.
La successiva zona è simile, ma la casa che ci ospita è con una bella vista sul fiume - ergo quando piove le case si allagano - e l'età media si alza di parecchio.
Qui si parla agli adulti. Si parla di leggi, advocacy, si pianificano incontri futuri per collaborare a far crescere la consapevolezza dei diritti umani. Anche qui si tirano le somme, insomma.
Ma domani è un altro giorno e un'altra barangay. YEAHHHH