Patch

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martedì 6 febbraio 2018

Con la testa tra le mani

E poi ti ritrovi con la testa tra le mani, chiedendoti "ma chi cazzo me l'ha fatto fare?".
E' una citazione comune a tutti - o quasi - quelli che viaggiano per lungo tempo credo o forse è solo una delle ennesime perle infilate sul filo questa collana di esperienze, positive e negative.
Fatto sta che sono stanca, che una volta che hai la tua privacy e la tua stanza privata, senza bisogno di condividere spazi con nessuno, non hai la libertà di movimento. Quando hai libertà di movimento, non hai privacy. So che non è un gioco, il volontariato. Ci vuole impegno, dedizione e non sempre è un volontariato come lo intendiamo noi in Italia.
So che non è un gioco viaggiare così. Mi sono sempre ritenuta una persona adattabile e fondamentalmente lo sono, ma sono anche cresciuta in una famiglia pulita ed ordinata e purtroppo sono due cose che mi piacciono.
Non lo so, ho mille pensieri che butto qui a caso e manco capisco cosa scrivo.
Avrei voluto vedere di più o avere scelta in quello che volevo vedere e del mio tempo libero e invece è stato organizzato e manovrato.
Avrei voluto avere scelta di non mangiare determinate cose e invece col sorriso sulle labbra le ho ingurgitate dicendo che erano ottime, perchè così mi è stato insegnato.
Avrei voluto cucinarmi un piatto di pasta, ma è finito il gas nella bombola e così si mangia domani, perchè oggi non c'è la riserva.
Avrei voluto trovarmi in una situazione in cui i topi non sono i migliori amici dell'uomo, ma lo sono i gatti, che mangiano quei fottuti topi.
Avrei voluto passare una giornata in spiaggia e in acqua e invece mi sono goduta ore di macchina e code in autostrada che manco il raccordo anulare nell'ora di punta.
Avrei voluto non essere morsicata da migliardi di zanzare, che sembra che ho la rosolia e da altrettante formiche rosse, che fanno un male cane.
Avrei voluto farmi una doccia, anche col mestolo andava bene, dopo una giornata in giro per villaggi con pidocchi e scabbia e caldo e afa, ma non c'era acqua.
Avrei voluto tornare a casa, per capire, sapere e vedere. Ma non è il mio posto quello... non lo so, forse sì, ma non capisco. Non capisco cosa sta succedendo.

Penso alla Grecia, continuamente.
Penso alla prima settimana qui - a Palawan - e alla doccia nella fonte a pompa, il campeggio, le isole, le spiagge e ancora ai sorrisi dei bambini che mi si avvinghiavano alle gambe per essere tenuti in braccio e cerco di farmela passare.
Dopotutto credo siano solo una serie di coincidenze, miste a stanchezza e al fatto che devo cambiare Nazione e chissà come andrà, nella parte musulmana dell'Indonesia.