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domenica 28 gennaio 2018

La creatività corre in Jeepney

No, non sto cambiando abitudini e diventando un'assidua scrittrice di cavoli miei. Semplicemente devo tener traccia delle mie giornate ed il modo più veloce di farlo è questo, considerando poi che questo blog non se lo fila nessuno, posso stare in pace con il mondo e scrivere anche il best seller dell'anno che tanto tre F.
MA MEGLIO! Nel mentre ho capito che l'unico fan club a cui posso aspirare è quello delle zanzare, che mi amano proprio. Quando mi vedono arrivare iniziano con gli applausi, ma quelli che durano 30 minuti, però!!!
A parte questo excursus, durante la giornata mi appunto cose sul notebook del cellulare e poi a fine giornata vedo di ricavare due pensieri sensati. Stessa cosa per le foto, che ne faccio 200 e me ne piace una (che ovviamente non pubblico).

La giornata inizia presto, orario filippino, con un jeepney al volo per una nuova barangay.

Spiego brevemente cosa sono i jeepney. Durante la ritirata dalla guerra, gli americani lasciarono una miriade di camionette militari che prontamente i filippini accomodarono come minibus (contengono sulle 20 persone o qualcosa in più alcuni). Esattamente non mi è chiaro dove siano le vere e proprie fermate, ma se metti fuori il dito per indicare di quanti posti hai bisogno, di solito si fermano. In realtà si fermano anche quando non hai bisogno, se hanno dei posti liberi, perchè devono riempire. I jeepney non si chiamano con un fischio, nemmeno i taxi o i trycicle - questi ultimi si chiamano con un ssshhht o con il suono di un bacio prolungato (come quanto chiami il gatto). Le corse variano dagli 8 ai 25 pesos, o così finora ho pagato, in base alle distanze e se sono climatizzati o meno.

Detto questo, dopo un jeepney ed un trycicle si arriva a destinazione. Improvvisiamo in mezzo alla strada la classe e si comincia, come il giorno precedente, a fare presentazioni e giochi.
Come al solito i bambini sono fantastici e fanno cerchio intorno, finita la lezione, per chiedermi un sacco di cose. Quella che è una delle leader, vuole fare qualche selfie con me e mi parla del suo sogno di andare in Spagna. Ha 18 anni e vorrebbe visitare Barcellona.
Ora dei saluti e ci accompagnano a prendere il prossimo trycicle per un'altra sezione di barangay e per la seconda e ultima classe.
Durante l’ultima lezione, entriamo in una ex scuola con sedie e lavagna. Non ci par vero avere uno spazio così agevole e non essere per strada o in un anfratto. 
Sul muro una scritta che dice “creative minds have always been known to survive of any kind of bad training”. 
Le menti creative. Ho sempre pensato alla creatività come a qualcosa che tu stesso devi creare dal nulla, come quando facevo decoupage o il mio pensiero va sempre alla mia amica Flavia che con una lattina riesce a fare collane e orecchini. Ecco, per me quella è sempre stata la creatività e non mi sono mai ritenuta una persona molto creativa. 


Leggendo questo cartello invece mi si è accesa una lampadina e ho pensato a tutte le volte che mi sono creata una scappatoia per raggiungere un posto col minor costo possibile o come venir fuori da qualsiasi situazione indenne o chissà che. La parola creare la vedo spesso nelle cose che faccio e non è poi così vero quello che penso e cioè che non sono una persona creativa. A mio modo lo sono.
Come i filippini, che da un camion militare hanno creato un mezzo di trasporto per civili.. e anche colorato!

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