Patch

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mercoledì 24 gennaio 2018

Ma in che epoca viviamo?

Fermandomi in questa città per un periodo abbastanza lungo, ho deciso di inviare a casa uno scatolone di vestiti e oggetti che non mi serviranno per continuare questo viaggio. Ho preferito alleggerirmi di qualche chilo (oltre che di un centinaio di euro.. puttana la miseria), così da viaggiare più libera. Il peso dei due zaini era arrivato a 17/18 kg, che per un peso piuma come me non è affatto poco. Dover fare anche solo 4 km a piedi era diventato impegnativo, per non parlare degli scalini. Un supplizio.
Per cui stamattina, dopo aver partecipato ieri ad una riunione infinita su argomenti super interessanti su pornografia, pedofilia online, opinioni su come contrastarla e discorsi sul governo filippino, oggi si va in posta.

Ma tornando al governo filippino. Il loro primo ministro, Duterte, non si capisce se è ben visto o meno. Un po’ come da tutte le parti del mondo, c’è una fetta che lo appoggia ed una che lo vorrebbe destituito. Qui siamo sotto Martial Law in questo periodo. Già da Marcos lo erano, ma poi è stato assassinato, sulla scaletta del suo velivolo, ancor prima di toccare terra. Era un dittatore e il regime indetto da lui e sotto il suo periodo di Martial Law è stato sanguinolento e senza ragioni. Non tanto meglio è quello indetto da Duterte. Ora, alcuni lo appoggiano perché attraverso questo mandato, riesce a far piazza pulita, dove leggiamo tranquillamente sparare ad altezza bambino, di spacciatori e contrabbandieri, mentre altri vedono una privazione e manipolazione dei diritti umani. Avendo indetto questo periodo davanti alle Nazioni Unite, e avendo queste ultime i mezzi, grazie al passato filippino, di quali possono essere le conseguenze portate da questa scelta, perché allora permetterglielo?
Come può un’istituzione importante come le Nazioni Unite, che dovrebbe fare l’interesse delle Nazioni, come dice la parola stessa, accettare un simile movimento, per giunta illegale, che va a strangolare i diritti degli uomini, sterminando attraverso un’idea di una sola persona, tante famiglie. Al di là dei traffici illeciti che possono essere gestiti in altro modo, meno cruento.
Non è possibile concepire un sistema tanto alienante, anche nei confronti di chi non ha commesso nulla, con la paura che un giorno, per un semplice scherzo del destino, qualcuno ti bussi alla porta per la seconda volta e decida di assalire te e la tua famiglia.
E’ un sistema corrotto, dove all’interno del governo si è imparentati (niente di nuovo sul fronte) e dove il primo ministro prende uno stipendio “onesto”, ma che non gli permetterebbe lo stile di vita che effettivamente ha.

In realtà le leggi marziali sono state rinvenute per gestire la regione di Marawi, in Mindanao, che è a prevalenza islamica e quindi per ”gestire” la problematica isis. Nell’isola non c’è un clima di militarismo, non si notano agenti in divisa da nessuna parte se non dove ci sono i check-point agli ingressi della città, però la sensazione di non essere completamente liberi si respira nell’aria.