Patch

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venerdì 22 dicembre 2017

Nelle puntate precedenti

E con oggi siamo a 2 mesi circa di questo viaggio.
Mi sono proposta di fare una sorta di riassunto ogni mese, così da tenere in archivio qualche pensiero e qualche foto.

In pratica sono rientrata sull’Honshu i primi di dicembre, cercando di bypassare velocemente Osaka, perché per qualche strano motivo è un polo che non mi attrae particolarmente, ma dovevo recuperare una nuova sim card e quindi mi è toccata. C’è da dire che ho avuto la piacevole occasione di scambiare due parole con un simpatico cameriere. Le quali sono state: “Ma ti sembro una con la faccia da allocca? Non esiste che tu mi fai pagare per quello che io non ho chiesto!”. E così ho salutato Osaka con un bel dito medio… Però l’ostello era molto carino :)

Dopo Osaka, ho iniziato a percorrere i punti che avevo studiato durante le superiori. Le parti più turistiche se vogliamo, ma comunque affascinanti.
Raggiunta Nara, dove sono rimasta 2 giorni e dove ho fatto foto a non finire con i cervi e con i Buddha più grandi del Giappone, ho poi passato Kyoto, dove avrei dovuto rimanere per 2 giorni, ma che invece sono diventati 5.
Kyoto è davvero immensa e c’è tanto, troppo da vedere. Il ragazzo della reception mi ha dato tante di quelle info che ad un certo punto ho fuso. Premetto che preferisco girare a piedi e quindi fare 16 km (tra andare e venire) mi portano via una giornata, se comprendiamo la visita ad una singola zona.
Il giorno prima di abbandonare Kyoto, chiedo alla ragazza dell’ostello come raggiungere Himeji e quale è il mezzo più conveniente. Mi risponde il treno, ma di andare però vicino alla stazione a prendere il biglietto, di fronte allo starbucks, perché c’è uno stand che vende scontato. Na botta de culo!
Ed effettivamente 500yen di sconto c’erano.
Ad Himeji sono arrivata parecchio presto e così ho visto finalmente il castello dell’airone bianco. La tappa successiva, Hiroshima e Miyajima. Quest’ultima famosa per il torii che con l’alta marea viene parzialmente coperto.

Momento dei saluti. Saluto l’Honshu e vado a sud, verso Kyushu e verso Fukuoka, che non visito perché ci dovrò tornare a metà gennaio. Quindi ancora più a sud, trovo due paesi che sono famosi per le porcellane. Tutti conoscono le porcellane di Imari e Arita, tranne me.
Seguito per Kumamoto, che purtroppo è stata investita da un terremoto lo scorso anno e quindi alcune zone non erano visitabili, tra cui il castello. Il monte Aso, che è un vulcano ancora attivo, è avvicinabile, ma non troppo e tra questo e il terremoto decido quindi di rinunciare. Dicono che per la primavera del 2018 dovrebbero rimetterlo in sicurezza.
Dopo due giorni, mi sposto ancora più a sud, per aspettare di prendere un battello che mi porterà dove sono ora, ovvero ad Amami Oshima, nell’arcipelago delle Ryukyu.

Detto questo, dopo una nottata rinchiusa su un traghetto, con un leggero senso di nausea, che è stato domato dormendoci sopra (ma non avevo dubbi), sono stata sputata sul porto alle 8 anziché le 6, causa problemi tecnici. Insomma, siamo partiti per poi tornare al porto dopo mezzora di navigazione, per poi ripartire con tutti i pezzi al loro posto.

L’ostello.. beh… boh! Qui c’è il sole, c’è caldo e domani affittiamo una macchina e andiamo nella foresta vergine! Yeahhhh